Blog dedicato alla vera cucina siciliana, dagli antipasti ai dolci e ai gelati, alla corretta alimentazione....... e anche al turismo......

sabato 29 agosto 2020

Pasta ru malu tempu (Pasta del maltempo)






Anche questo è un antichissimo piatto siculo, frutto dell’adattamento in periodi di crisi, tant’è che si chiama “Pasta ru malu tempu”, Pasta del maltempo.

È una pietanza della provincia di Siracusa, ma in uso anche nelle città costiere, nelle famiglie di pescatori. La storia ci tramanda che, quando il maltempo impediva, ai pescatori, di andare in barca, le famiglie si arrangiavano con quello che possedevano in quel momento, ossia pesce sotto sale o sott’olio e precisamente le sarde.

Il sapore sapido delle sarde e altri ingredienti, come l’olio evo, dànno un gusto tipico che non ha nulla da invidiare al sofisticato caviale.





Ingredienti per 4 persone


o 400 gr. di spaghetti 

o 3 sarde salate

o 1 spicchio di aglio

o 1 ciuffo di prezzemolo

o 4 cucchiai di Pangrattato tostato

o 4 cucchiai di Olio evo,

o Sale, Pepe nero.





Preparazione

 

Mettete a cucinare gli spaghetti, in abbondante acqua e sale q.b..

Nel frattempo, togliete il sale dalle sarde, lavatele sotto acqua corrente e privatele della lisca.

In una capiente padella fate soffriggere l’aglio pulito, intero nell’olio evo, senza farlo bruciare. Aggiungete le sarde e fatele sciogliere velocemente a fuoco basso. Versate un mestolo di acqua dei cottura della pasta e  continuate a cucinare per 30 secondi. Mettete il condimento da parte.

Scolate la pasta al dente e versatela nella padella dove avete cucinato il  condimento, aggiungete il prezzemolo tritato e un po’ di pepe nero. Mescolate velocemente, versate nei piatti e spolverate, su ogni piatto, un cucchiaio di pangrattato tostato.





 

                                                                                                





giovedì 27 agosto 2020

U Pitirri







RICETTA SICULA MOLTO ANTICA CHE RISALE A 2000 ANNI FA.

Come la gran parte delle parole siciliane, questa rientra in quelle che racchiudono un mondo: una sintesi della cultura sicula mista alla tradizione. Per dimostrarlo, parto dal significato del Pitirri e come ci si arriva. Premesso che è un piatto simile alla polenta a base di semola di grano duro, ma più ricco di ingredienti, tipico della provincia di Caltanissetta, dove un tempo abbondavano le miniere di zolfo. Il termine “Pitirri”, nasce dalla colorazione che la pietanza assume, dopo la cottura, che appare molto simile al colore della polvere dello zolfo che ammantava le strade, e che nel dialetto siculo, si chiama Pitirri.

La colorazione che assume la pietanza è dovuta al mix di ingredienti che la rilasciano: finocchietto selvatico e verdure varie.

É un piatto poco conosciuto dalle nuove generazioni, e per tale motivo, desidero offrire, attraverso il mio blog, un piatto molto ma molto antico della cucina siciliana che risale a 2000 anni fa.


Ingredienti per l’impasto


1 kg di Farina di Semola di grano duro

5 Uova medie

Sale q.b.

 

Ingredienti per il condimento

1 cipolla

1 carota

1 rametto di finocchietto selvatico

1 pomodoro maturo

1,5 lt di acqua

delle verdure a scelta

 



Preparazione dell’impasto

Su una spianatoia di legno o dove vi verrà più comodo, disponete la farina di grano duro a fontana e al versate, in sequenza, le uova, uno alla volta, lavorando l’impasto incominciando dai bordi del centro e formare dei grossi grumi, sino ad esaurimento delle uova, continuando a mescolare. Poi, strofinate l’impasto con due mani, lavorandolo a lungo, mantenendo i grumi grossi. Di seguito, setacciate l’impasto al fine di ottenere dei granelli di impasto più piccoli che dovranno essere poggiati su una tovaglia.

 Preparazione del Condimento

La scelta delle verdure dipende dalla stagione e dai vostri gusti, quindi, alle carote, cipolle, finocchietto e pomodoro, potrete aggiungere, cicoria, spinaci, sedano, quel che vi piace.  Quindi, pulite e tritate le verdure, a piccoli tocchi e fateli cucinare in una pentola molto capiente, nel litro e mezzo di acqua.

Quando le verdure saranno cotte, versate, a pioggia, e lentamente, l’impasto, mescolando continuamente, con un cucchiaio di legno, sino a quando sarà cotto. Secondo la ricetta tradizionale, l’impasto finale dovrà avere una giusta cremosità. Potrete aggiungere l’olio di oliva evo e servite.





Curiosità

 

Il setaccio, in siciliano Crivu, veniva utilizzato in varie trame destinate a diverse moliture di farina, a seconda della pietanza che si doveva preparare. Pertanto, per le farine  per dolci o pane, la trama era molto fitta, per il Pitirri, ad esempio, la trama era ed è media, poiché la farina è simile a quella della polenta.