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sabato 1 giugno 2024

Bucce di Fico d’India (o ficodindia) in agrodolce

 






Spicchi di storia

Come dicono i cuochi e gli Chef  “In cucina non si butta niente”. Ebbene si. Questa è una pietanza che rispecchia la cucina povera siciliana, composta da quello che oggi consideriamo lo scarto del frutto, ma che, invece, contiene piu’ vitamine e un gusto non meno apprezzabile.

E’ chiaro, che la fase piú difficile è quella di privarle dalle temutissime spine. 

Ma con quanti e coltello tutto si risolve.

Curiosando qua e là, anche questa è un’antichissima ricetta contadina che dimostra come “u bisognu, ‘nsigna a chianciri”, ovvero,  “l’ingegno ti sovviene al momento del bisogno”.

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Ingredienti

10 bucce di ficodindia

1 cipolla rossa

4 cucchiai olio evo 

1 cucchiaino di zucchero

½ bicchiere di aceto di vino rosso


Preparazione delle bucce di ficodindia

Prendere una bacinella con acqua fredda e immergere i ficodindia per ammorbidire le spine, per una ventina di minuti.

Separate le bucce dal frutto, private le bucce delle spine con la parte non tagliente del coltello.

Lavarle bene sotto l’acqua corrente, porle su un tagliere e tagliarle a listerelle e metterle da parte.

Preparazione dell’agrodolce

Tagliare a metà la cipolla, e poi a fette sottili.

In una scodella versare l’aceto e lo zucchero. Mescolate sino a quando lo zucchero si sia sciolto.

Preparazione della pietanza 

In una capiente padella fate appassire, in 4 cucchiai di olio di oliva, la cipolla, senza farla bruciare. Aggiungete le bucce di ficodindia, sale, pepe e mescolate, coprire la padella e lasciare cuocere a fuoco moderato, per circa 15 minuti, mescolando di tanto in tanto. Trascorsi i 15 minuti aggiungere l’aceto misto allo zucchero e mescolare a fuoco vivo per un minuto circa, fino ad ottenere un composto denso. Servire freddo.

A fine pasto, servite il frutto di ficodindia che avrete posto precedentemente in frigo, per almeno un’ora.



Come sbucciare il ficodindia?


Munitevi di guanti resistenti, di una forchetta e di un coltello.

Immergerle in una bacinella piena d’acqua fredda per un’ora.

Prendere un ficodindia con la forchetta inserendola nel centro. Porla su un tagliere o marmo, e tagliare le due estremità, poi effettuare un leggero taglio verticalmente e con la punta del coltello, staccare pian piano la buccia.

Su youtube ci sono diversi video che mostrano come sbucciare il ficodindia.


Qui sotto il link per leggere le proprietà nutrizionali del frutto

Proprietà nutrizionali del frutto



CAPONATA


 



Spicchi di storia

Sulle origini del nome di questa pietanza, ci sono diverse ipotesi: una, che derivi dal pesce Capone (lampuga in italiano), l’altra è quella che derivi dal latino “Cauponium”, ossia osteria. Nell’hinterland dell’Isola, dove scarseggiava il pesce, si componeva di altri ingredienti, tra cui la melanzana o i peperoni e le patate.  Ogni provincia, ha versioni differenti: quella agrigentina prevede: peperoni melanzane, pomodori, cipolle, sedano, olive verdi, olive nere, capperi, aceto, miele, zucchero, aglio, olio, peperoncino, basilico, mandorle. La versione trapanese, prevede melanzane, peperoni, olive, cipolle, pomodori maturi, capperi, aceto, zucchero e mandorle tostate. Quella catanese, melanzane, peperoni, olive, cipolle, capperi, aceto, zucchero, basilico, aglio e patate. Quella messinese, molto simile a quella palermitana, si differenzia dall’aggiunta di pomodoro a pezzi nella prima e della salsa di pomodoro nella seconda. Quale fosse quella tradizionale, non è facile dirlo. Di certo c’è che tutte sono antiche ricette e che la versione “marinara”, oggi prende il nome di “insalata di mare” ma che non ha nulla a che vedere con la caponata, in quanto si compone di ingredienti crudi, come la cipolla rossa, le olive bianche, il sedano, aromi, olio di oliva, sale e pepe, misti a ingredienti cotti, quali: polpo, cozze. 

Qui, vi propongo la versione palermitana.

Ingredienti 

  • 500 gr di melanzane nere 
  • 400 grammi di salsa di pomodoro 
  • 1 cipolla rossa
  • 2 coste di sedano
  • 100 gr di olive verdi snocciolate
  • 100 gr di capperi sotto aceto
  • 2 cucchiai di zucchero semolato
  • ½ bicchiere di aceto di vino
  • olio evo

Procedimento

Lavare le melanzane e tagliarle a tocchetti, immergerle in acqua salata, per ½ ora per togliere l’amaro. Poi, mettere in un colapasta per togliere acqua in eccesso. Successivamente, friggetele in una capiente padella, in abbondante olio. La ricetta richiede olio evo e non di semi. A metà cottura, ponetele a scolare per togliere l’olio in eccesso.


Nel frattempo, tagliare le verdure: la cipolla a fette, il sedano, solo i gambi, a dadini, le olive prive del nocciolo, i capperi interi. Fate soffriggere in 4 cucchiai le verdure tranne le olive, appena un minuto, senza che si brucino, aggiungere la salsa di pomodoro, sale e pepe. Fare cuocere il tutto e poi aggiungete lo zucchero e l’aceto, mescolare bene e fate insaporire per almeno 5 minuti. 



Quindi, aggiungere le melanzane e le olive, mescolare con un cucchiaio di legno, per 1 minuto. Fate riposare e servite la pietanza, rigorosamente, fredda. In estate ponetela in frigo.

Se invece voleste conservarla in barattoli, dovrete utilizzare lo stesso procedimento delle conserve o marmellate.


IMMAGINI PRESE DA GOOGLE

'U ZUZZU






Spicchi di storia

'U Zuzzu o jlatina (gelatina di maiale) è un’antichissima ricetta siciliana realizzata in tutte le province dell’Isola, con tutti gli scarti della carne di maiale e, per tale motivo, é considerato un piatto povero, ma, in compenso, ha un gusto gradevole. Infatti, il termine “zuzzo” sta ad indicare, nella lingua siciliana, zozzo, a riprova del fatto che “sarebbe lo scarto del maiale”. Non è facile reperire le parti utilizzate, che nei tempi antichi, venivano vendute alle famiglie più povere. Oggi, è possibile reperirle presso un macellaio di fiducia o in quelli residenti nei mercati storici. Ma sempre previa ordinazione.
Con mia grande meraviglia, l'ho trovato già pronto nei banchi frigo della carne, sigillata e con nomi differenti. 
Come molte pietanze siciliane, questa può considerarsi un antipasto o un secondo.

Ingredienti
  • 800 g di carne di scarto suino: cotenna, zampe, coda 
  • 1 limone
  • 2 bicchieri aceto di vino bianco
  • 5 foglie di alloro
  • sale
  • Pepe in grani q.b.
  • 4 chiodi di garofano
  • Prezzemolo 5 rametti



Preparazione
Fate bollire il maiale in abbondante acqua con sale, pepe in grani, l’alloro e 4 chiodi di garofano, per 2 ore.
Con una schiumarola, togliete la schiuma che, di tanto in tanto, si forma sulla superficie. 
Quando sarà cotta, togliete la carne e privatela delle ossa e raccoglietela in un piatto, tagliandola a cubetti grossi.
Nel frattempo, versate, al brodo di cottura l’aceto e il succo del limone, rimettete la carne nel brodo e fate bollire ancora per 25 minuti.

Trascorsi i minuti di cottura estraete la carne e disponetela in uno stampo qualsiasi e versateci il brodo di cottura, avendo cura di occupare quasi tutti gli spazi dello stampo.
Lasciate raffreddare, per circa 5 ore,  finché il brodo diventerà gelatinoso. 
Tagliate lo zuzzu a fette spesse e servite



Immagini prese da Google