RICETTA SICULA MOLTO ANTICA CHE RISALE A 2000 ANNI FA.
Come la gran parte delle parole siciliane, questa rientra in quelle che racchiudono un mondo: una sintesi della cultura sicula mista alla tradizione. Per dimostrarlo, parto dal significato del Pitirri e come ci si arriva. Premesso che è un piatto simile alla polenta a base di semola di grano duro, ma più ricco di ingredienti, tipico della provincia di Caltanissetta, dove un tempo abbondavano le miniere di zolfo. Il termine “Pitirri”, nasce dalla colorazione che la pietanza assume, dopo la cottura, che appare molto simile al colore della polvere dello zolfo che ammantava le strade, e che nel dialetto siculo, si chiama Pitirri.
La colorazione che
assume la pietanza è dovuta al mix di ingredienti che la rilasciano: finocchietto
selvatico e verdure varie.
É un piatto poco conosciuto dalle nuove generazioni, e per
tale motivo, desidero offrire, attraverso il mio blog, un piatto molto ma molto antico della cucina siciliana che risale a 2000 anni fa.
Ingredienti per l’impasto 1 kg di Farina di Semola di grano duro 5 Uova medie Sale q.b. |
Ingredienti per il condimento 1 cipolla 1 carota 1 rametto di finocchietto selvatico 1 pomodoro maturo 1,5 lt di acqua delle verdure a scelta |
Preparazione dell’impasto Su una spianatoia di legno
o dove vi verrà più comodo, disponete la farina di grano duro a fontana e al versate,
in sequenza, le uova, uno alla volta, lavorando l’impasto incominciando dai
bordi del centro e formare dei grossi grumi, sino ad esaurimento delle uova, continuando
a mescolare. Poi, strofinate l’impasto con due mani, lavorandolo a lungo,
mantenendo i grumi grossi. Di seguito, setacciate l’impasto al fine di ottenere
dei granelli di impasto più piccoli che dovranno essere poggiati su una
tovaglia. Preparazione del Condimento La scelta delle verdure
dipende dalla stagione e dai vostri gusti, quindi, alle carote, cipolle,
finocchietto e pomodoro, potrete aggiungere, cicoria, spinaci, sedano, quel
che vi piace. Quindi, pulite e tritate
le verdure, a piccoli tocchi e fateli cucinare in una pentola molto capiente,
nel litro e mezzo di acqua. Quando le verdure saranno cotte, versate, a pioggia, e lentamente, l’impasto, mescolando continuamente, con un cucchiaio di legno, sino a quando sarà cotto. Secondo la ricetta tradizionale, l’impasto finale dovrà avere una giusta cremosità. Potrete aggiungere l’olio di oliva evo e servite. |
Curiosità
Il setaccio, in siciliano Crivu, veniva utilizzato in
varie trame destinate a diverse moliture di farina, a seconda della pietanza
che si doveva preparare. Pertanto, per le farine per dolci o pane, la trama era molto fitta,
per il Pitirri, ad esempio, la trama era ed è media, poiché la farina è simile
a quella della polenta. |